Page 17 - Shakespeare - Vol. 3
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nella Spanish Tragedy. Polonius sembra invenzione di Shakespeare. Laertes e
Ophelia sono i nomi greci in questa nomenclatura internazionale: il primo
dall’Odissea, il secondo dal greco opheléia (soccorso, devozione,
sottomissione) o apheléia (semplicità, innocenza), dato che non sembra
lecito vedere il serpigno ophis nel nome della supplice Ofelia, ed è discussa la
derivazione dal nome maschile del pastore Ofelìa, che assieme a Montano (il
nome di Reynaldo nell’in-quarto del 1603) appare nell’Arcadia (1504) del
Sannazaro. Altre componenti francesi (Fortinbras), danesi (Voltemand,
Rosencrantz e Guildenstern), latino-olandesi (Cornelius), anglosassoni (Osric)
e spagnolo-italianate (Barnardo, Francisco) completano l’inverosimile
schieramento. Nella scena del cimitero entrano due contadini o rustici
(clowns, ma il loro ruolo è anche quello del clown teatrale). Di essi uno solo è
il becchino, quello dal cognome appropriato Delver (Jenkins). L’altro sarebbe
un suo aiutante, e sulla scena la sua «spalla». L’università di Wittemberg è
connessa a Lutero, ma per gli elisabettiani soprattutto al Faustus di Marlowe,
e secondo una battuta elisabettiana riportata da Yves Bonnefois è anche «il
monte su cui cresce l’ingegno (wit)».
Il tempo drammatico è il presente, qui e ora. In esso si riversa il tempo della
fabula e delle fonti, per cui quel presente è anche un presente storico:
l’azione che si svolge ora sulla scena è già avvenuta una volta per sempre in
illo tempore, nel mitico passato vichingo. In realtà il tempo drammatico è
assoluto, irrealistico, simbolico. È un tempo, inoltre, che sopporta irruzioni del
tempo reale (frame-breaks, spezzature della cornice drammatica) come nelle
scene con gli attori il cui referente è la situazione teatrale nella Londra
elisabettiana. Il tempo cronologico della fabula si articola nel tempo elastico
dell’intreccio, concentrato o diluito, rallentato o accelerato secondo le
esigenze drammatiche, con vuoti e simultaneità. A questi tempi interni si
aggiungono i due tempi esterni, assai diversi tra di loro, della lettura e della
messinscena.
NEMI D’AGOSTINO
Bibliografia per «Amleto»
TESTI
Cfr. il paragrafo sulle Edizioni critiche recenti, nella «Guida bibliografica».
Questa traduzione segue l’edizione curata da H. Jenkins, Methuen, London-
New York 1982.