Page 394 - Nietzsche - L'apolide dell'esistenza
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avanti, alla straordinaria limpidezza del suo stile, di pre-
rato, ma come oggetto poteva essere ancora ottimamen-
sa immediata e, in superficie, di facile comprensione, e getto di culto. Come soggetto Nietzsche era ormai igno-
all’alone romantico che cominciò a circondarlo quando te sfruttato. In genere il malato se ne stava nelle stanze
divennero note la sua vita di pensatore solitario e la superiori della villa, accudito dalla domestica, Alwine,
follia, nacque e si sviluppò spontaneamente. Ma non c’è lontano dagli sguardi indiscreti, avvolto in un alone di
dubbio che, almeno per i primi tempi, Elisabeth vi ab- mistero. Ma per i visitatori illustri, soprattutto aristocra-
bia messo del suo. Quando “Santa Elisabeth”, come la tici, per i quali Elisabeth nutriva, come Cosima, una
chiamava sarcasticamente Peter Gast, in una lettera spu- vera passione, si faceva eccezione: era possibile fargli
doratamente autoelogiativa, scritta nel 1896 a un funzio- visita, anche in comitiva, come capitò alla baronessa von
nario dell’Università di Basilea, parla del proprio «modo Ungern-Sternberg che lo aveva visto una volta sola in
d’agire addirittura meraviglioso», delle «mie grandi qua- vita sua. Nietzsche aveva previsto anche questa ignomi-
lità» e afferma di aver sacrificato «tutto quanto il mio nia: «Mi avvicino all’inquietante momento in cui sarò
tempo, il mio denaro, le mie capacità di lavoro» 111 al- una “bestia rara” e dovrò far pagare il biglietto per far-
l’opera del fratello, dimostra tutta l’innata volgarità che mi vedere» 112 .
Nietzsche le rimproverava, ma nella sostanza non ha Il conte Kessler, che come intimo di Elisabeth e suo
torto. Al culto del fratello contribuì non solo con edizio- finanziatore ebbe modo di vedere più volte Nietzsche
ni assai meno dilettantesche di quelle di Naumann, Gast nei suoi ultimissimi anni, lo descrive così: «Giaceva
e Overbeck, con l’attività dell’Archivio, con una biogra- addormentato sul sofà, la testa maestosa reclina sul
fia mitizzante, ma anche con la sua indubbia capacità petto, quasi fosse troppo pesante per il collo. La fronte
manageriale, utilizzando quelle che potremmo definire era davvero imponente: la folta capigliatura conservava
moderne strategie di marketing. Era abilissima a vende- ancora il colore castano scuro, al pari degli ispidi e
re il “prodotto Nietzsche”. Che poi questo abbia giova- sporgenti baffi. Sotto gli occhi le guance erano solcate
to alla comprensione del filosofo o l’abbia piuttosto da un reticolo indistinto di rughe... Dall’espressione
danneggiata è un altro discorso. Fece fare da tutti gli del viso emanava un’infinita stanchezza. Le mani erano
artisti che le capitavano a tiro, fra cui lo scultore Max ceree... come si vede nei cadaveri. L’aria afosa e soffo-
Kruse e il pittore Hans Holde, che raffigurò Nietzsche cante l’aveva spossato e sebbene la sorella lo scuotesse
in una improbabile e straziante contemplazione del tra- più volte con amorosa sollecitudine, chiamandolo
monto, ritratti del fratello che puntassero sull’aspetto “caro, caro”, egli non stava su. Non sembrava un ma-
emotivo e pietistico della sofferenza e della malattia. lato o un pazzo: piuttosto, un uomo privo di vita» 113 .
Commissionò ad Arnold Kramer lo studio di una sta- E Resa von Schirnhofer, uno dei tanti amori mancati
tuetta intitolata Friedrich Nietzsche nella sua poltrona per di Nietzsche: «Immobile, senza partecipazione, chiuso
invalido e ne fece fare dei multipli, di dimensioni e prez- in se stesso, egli sedeva come un automa là dove una
zi diversi, da destinare al mercato. Vendeva ai visitatori, volontà altrui l’aveva collocato» 114 . Quando lo lasciava-
sempre più numerosi, ritratti, busti, bronzi, statuette e no solo, un tavolo veniva accostato al divano perché
altra paccottiglia e oggettini di culto. Tutti potevano non scivolasse giù. Se c’erano dei visitatori nuovi Elisa-
venir via col loro santino. beth, per dargli un tono e per far credere che avesse
Anche la persona fisica del malato era diventata og- ancora una qualche attività intellettuale, gli metteva un
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