Page 6 - Keplero. Una biografia scientifica
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di teologia di Tubinga, concepiva il cosmo come un’unità
coerente, e ogni suo elemento come un’impronta del Creatore. Il
mistico Ernesto Cardenal scriveva che «tutta la natura è fatta di
simboli che ci parlano di Dio. Tutto il creato non è che pura
calligrafia e non c’è un solo segno che non abbia senso. E quelli
che si estasiano nel contemplare questi segni senza decifrarli
sono come la ragazza di campagna che si diverte a contemplare
la bella scrittura di un manoscritto che è giunto nelle sue mani,
ma senza saper leggere e senza sapere che questi segni sono una
lettera d’amore che l’imperatore scrisse per lei». Keplero dedicò
l’intera vita a cercare di cogliere il significato delle relazioni tra i
segni della natura, a imparare a leggere quello che anche lui,
come Galilei, chiamava il «libro della natura», e che anche per
lui era scritto nel linguaggio della geometria. Fu la profonda
fiducia nell’esistenza di una armonia universale a spingerlo alla
ricerca di leggi con cui descrivere i fenomeni naturali.
Questo libro vuole consegnare un nuovo ritratto di Giovanni
Keplero, quale emerge dalla lettura delle opere originali. Non
pretende di raccontare ogni dettaglio biografico, né di trattare in
maniera esauriente la sua immensa produzione scientifica. Si
prefigge piuttosto di smentire l’immagine di un personaggio
poco moderno, imbrigliato nel misticismo di un’epoca
precedente, ma che, nonostante ciò, fu capace di formulare tre
leggi notevoli per la storia della scienza. Keplero, pur di modeste
origini, fu un uomo di grande cultura, e il secolare patrimonio
filosofico, logico e scientifico cui egli aveva potuto attingere nel
corso dei suoi studi non costituì certo un impedimento alla sua
libertà di ricerca. Keplero respirò le esigenze della scienza a lui
contemporanea, e cercò costantemente il confronto con i più