Page 6 - Storia della filosofia moderna. Da Niccolò Cusano a Galileo Galilei.
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Premessa
Quando si dice rivoluzione, chissà perché, si pensa subito
alla fine del Settecento o all’inizio del Novecento, e quindi alla
Rivoluzione francese o a quella russa, e mai, dico mai, agli anni
del XV e del XVI secolo. Eppure, i maggiori cambiamenti
avvennero proprio in quell’epoca. Cito a caso, così come mi
vengono in mente, le aree culturali e gli uomini che le
caratterizzarono: la filosofia con Marsilio Ficino e Francesco
Bacone, la geografia con Cristoforo Colombo e Amerigo
Vespucci, l’astronomia con Copernico, Tycho Brahe, Keplero e
Galilei, la politica con Machiavelli e Guicciardini, la nascita
della stampa con Giovanni Gutenberg, l’arte con Leonardo,
Raffaello e Michelangelo, l’invenzione della prospettiva con il
Brunelleschi e Leon Battista Alberti, la religione con Martin
Lutero, Zwingli e Calvino, e chissà quanti altri ancora che in
questo momento mi sfuggono. Ebbene, perché si sappia, tutto
questo è passato alla storia col nome di Umanesimo e di
Rinascimento.
Per alcuni l’Umanesimo è stato un periodo storico, iniziato
nel Quattrocento, nel corso del quale vennero rivalutate le
materie umanistiche e quindi i classici latini e greci. Per altri,
invece, è la rivalutazione dell’uomo in quanto uomo. Per i primi
non si poteva ignorare quanto avevano detto Socrate, Platone,
Aristotele, Cicerone, Tacito e Seneca. Per i secondi, invece, era
stato Dio a farsi più in là per lasciare spazio all’uomo e alle sue
invenzioni. Non a caso, proprio in quegli anni uscì il De
hominis dignitate di Pico della Mirandola.
Lo slogan del Medioevo era stato «Siamo nati per soffrire»
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