Page 34 - Pigmenti
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CARATTERISTICHE DEI PIGMENTI

            Risulta oltremodo semplice riconoscere entro i tre differenti processi sopraccitati l’altra comune
            distinzione praticata sui pigmenti: quella tra “naturali” e “artificiali”.
            Di là dall’origine e dai sistemi di produzione (certamente significativi soprattutto in fatto di costo e
            di cronologia), le caratteristiche di un pigmento più importanti in pittura sono legate a tre suoi
            parametri chimico-fisici: le incompatibilità con altre sostanze (e relative alterazioni); il potere
            coprente (anche in relazione alle varie tecniche compatibili); la capacità di assorbimento del
            legante. Per tali ragioni, i pigmenti adoperati nel corso dei secoli, su vari supporti e con varie
            tecniche, giungendo sino ai dipinti a olio su tela e oltre, scaturirono da un lunghissimo percorso di
            ricerca e di selezione; anche il modo di discioglierli e di elaborarli fu codificato in dettagliate e
            preziose ricette pittoriche.  La prima selezione fu probabilmente indirizzata al ‘potere coprente’,
            fattore direttamente collegato alla forma, alla finezza e all’indice di rifrazione dei grani del
            pigmento (oltreché, fortemente, al legante utilizzato).
            Le proprietà dei pigmenti, un buon pigmento deve presentare:
                 Potere colorante in base alle dimensioni delle particelle
                 Insolubilità nel legante e facilità di assorbimento (se per tempere a olio)
                 Stabilità chimica nel tempo
                 Stabilità fotochimica nel tempo
                 Stabilità fisica, Assenza di sfarinamento nel tempo
                 Inerzia nei confronti di sostanze con cui devono essere mescolati, compatibilità chimica
                 Elevato potere coprente, indice di rifrazione elevato.
                 Inerzia chimica nei confronti di chi lo usa, non deve essere tossico o esserlo meno possibile
                 basso costo
            La composizione varia da produttore a produttore e viene indicata dal Color Index Name, (Fig.53)
            un sistema di classificazione normalizzato, stabilito dalla Society of  Dyers and Colourists, di
            Londra. Ad ogni colore viene associato, oltre al nome commerciale, un codice di 2 lettere e 1
            numero:
            · la prima lettera indica se si tratta di un pigmento (P), di un colorante (D), di un colorante basico
            (B) o di una sostanza colorante naturale (N);
            · la seconda lettera indica la categoria cromatica di appartenenza tra dieci disponibili: rosso (R),
            arancio (O), giallo (Y), verde (G), blue (B), viola (V), marrone (Br), bianco (W), nero (Bk) o
            metallico (M);
            · il numero viene assegnato al pigmento/colorante quando viene inserito nello standard della sua
            gamma coloristica.
            Il codice riguarda solo ed esclusivamente la composizione chimica; il colore effettivo può variare in
            funzione della granulometria, della concentrazione, del tempo di calcinazione, o delle impurezze
            presenti (per colori naturali).




















                                  Fig.53
                                                                                                          34
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