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(to)|(ro) La sottostringa “to” o la sottostringa “ro” (tre
risultati: “to” di gatto, “to” di canto e “ro” di
albero
E così via. A questo punto abbiamo quindi gli strumenti per
creare dei pattern utili... partiamo dall'esempio più semplice,
ovvero un pattern per validare una partita IVA che come
tutti sappiamo è composta da undici numeri:
^[0-9]{11}$
Non facciamo altro che creare una sequenza [0-9] che indica un
qualsiasi numero, e la facciamo seguire subito dalla sequenza
{11} che indica che il numero deve obbligatoriamente
occorrere undici volte. L'accento circonflesso e il dollaro
indicano ovviamente l'inizio e la fine della stringa. Se
omettessimo uno dei due, avremmo vanificato il controllo in
quanto potremmo inserire un qualsiasi numero prima o dopo la
nostra partita IVA e il pattern verrebbe comunque validato
perché il nostro script non saprebbe da dove inizia o dove
finisce la stringa.
Possiamo poi creare un pattern che controlli che un dato file
sia un'immagine:
^.+\.(jpeg|jpg|png|gif)$
Abbiamo qui il punto che indica una qualsiasi sequenza di
caratteri, seguito da un “vero” punto (per essere considerato
tale, deve essere preceduto dal carattere di escape) e quindi
dalle estensioni tipiche delle immagini “da web” (jpeg, jpg, png,
gif) tra parentesi tonde e separate tra di loro per mezzo
dell'operatore disgiuntivo.
Prendiamo poi, per esempio, un controllo per validare una
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