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volo 93. È quindi impossibile che i diciannove kamikaze siano stati tutti

            imbarcati. Tra l'altro, molte persone di cui è stato fatto il nome si sono fatte
            vive da allora. L'FBI sostiene però che i pirati sono stati identificati con
            certezza, e la diffusione di informazioni complementari come le date di
            nascita rende improbabile ogni omonimia. A coloro che avrebbero ancora

            dubbi l'FBI offre una prova ridicola: mentre gli aerei sono bruciati e le
            Twin Towers sono crollate, il passaporto di Mohammed Atta sarebbe stato
            ritrovato miracolosamente intatto tra le rovine fumanti del World Trade

            Center.
               L'esistenza di pirati dell'aria, questi o altri, è confermata dalle telefonate
            che avrebbero fatto i passeggeri ai loro familiari o alle autorità. Purtroppo
            queste testimonianze si conoscono solo per sentito dire, non sono mai state

            rese note, neanche quando erano state registrate. Non è stato possibile
            verificare se siano effettivamente state fatte da un telefono cellulare o dai
            telefoni di bordo.

               Anche in questo caso, dobbiamo credere all'FBI sulla parola.
               Ma, in realtà, non era necessario usare pirati dell'aria per commettere
            questi attentati. La tecnologia Global Hawk, elaborata dall'US Air Force

            permette   di   assumere   il   controllo   di   un   aereo   di   linea   scavalcando
            l'equipaggio e di guidarlo a distanza.
               Rimane lo spauracchio Osama bin Laden. Anche se si è ammesso che fu

            collaboratore o agente della CIA durante la guerra contro i sovietici in
            Afghanistan, ora si tenta di farci credere che si sarebbe ribellato e sarebbe
            diventato il nemico numero uno degli Stati Uniti. Neanche questa favola
            regge all'analisi. Il quotidiano francese  Le Figaro  ha rivelato che, nel

            luglio scorso, Osama bin Laden era ricoverato all'ospedale americano di
            Dubai, dove, tra le altre, aveva ricevuto la visita del capo dell'agenzia
            locale della CIA. Il canale americano CBS ha rivelato che il 10 settembre

            Osama bin Laden era in dialisi all'ospedale americano di Rawalpindi, sotto
            la protezione dell'esercito pachistano. E il giornalista  francese Michel
            Peyrard  - che   è   stato   prigioniero  dei talebani  - ha  raccontato  che,  a
            novembre, mentre gli USA bombardavano altre zone del paese, Osama bin

            Laden viveva apertamente a Jalalabad. Ma come si fa a credere che il più
            grande esercito del mondo sia venuto fino in Aghanistan per arrestarlo
            senza   però   riuscire   a   trovarlo,   e   che   il   Mullah   Omar   sia   sfuggito

            all'armada americana scappando in motocicletta?
               Considerando gli elementi che vi ho appena mostrato appare chiaro che




            Thierry Meyssan                                98                          2002 - Il Pentagate
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