Page 132 - Pigmenti
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Caratteristiche
Si tratta di un carbonato basico di piombo per quanto, nel tempo, la denominazione bianco di piombo sia stata riferita anche a un
bianco costituito da carbonato basico di piombo e idrato/idrossido di piombo puro, nelle percentuali - rispettivamente - di 70% +
30%.
Il pigmento risulta essere piuttosto coprente nei comuni leganti; da variamente semicoprente a coprente in leganti oleosi. E' solubile
in acido nitrico. A causa della sua tossicità, la vendita sottoforma di polvere è ormai praticamente proibita da tempo in parecchie parti
del mondo, particolarmente in Europa e Stati Uniti.
Se calcinato diviene prima massicot, quindi litargirio. Il termine cerussa, che è comunemente utilizzato come sinonimo di bianco di
piombo, presenta in realtà alcuni elementi di differenziazione, in quanto la “cerussa” è un idrocarbonato basico di piombo. Un tempo
le cerusse erano fortemente caricate, contrariamente al bianco di piombo: probabilmente nel XVII secolo con questa denominazione
veniva indicato per lo più del bianco di piombo con una carica complementare di tipo argilla o carbonato di calcio.
Viene prodotto ancora da alcune ditte che però lo utilizzano per la fabbricazione di colori pronti (in genere ad olio), di solito
mescolandolo al bianco di zinco allo scopo di limitarne l’intrinseca filacciosità e la tendenza a scurire, tipica di questo pigmento.
L’essiccazione è abbastanza veloce e produce un film molto elastico, di robustezza non raggiungibile con nessun altro bianco, che
tuttavia tende a perdere di coprenza con il passare degli anni. Tende a scurire, a causa dell’azione delle tracce di acido solfidrico
presenti nell’aria; infatti ossidandosi si trasforma in ossido di piombo marrone. Questa tendenza all’incupimento è molto più evidente
quando questo bianco è utilizzato con leganti magri (pittura murale, tempera, etc.) ed in presenza di umidità. Per quanto riguarda la
tecnica ad olio il problema della sua alterazione nelle mescolanze è meno evidente che nelle tecniche ad acqua, in quanto le particelle
di pigmento sono protette dal legante grasso e difficilmente entrano in stretto contatto tra loro. È in ogni modo buona norma evitare
miscele con sostanze contenenti zolfo e suoi derivati, che in alcuni casi potrebbero produrre un annerimento progressivo e
irreversibile. Nell’affresco, come in tutte le tecniche ad acqua, è un pigmento fortemente sconsigliato, anche per una marcata
refrattarietà a mescolarsi omogeneamente con l’acqua. Se adeguatamente utilizzata e difesa dagli agenti atmosferici la biacca è
resistentissima, come possiamo noi stessi constatare dai quadri degli antichi maestri che se ne servirono con giudizio.
Una caratteristica specifica della biacca è il suo basso tasso di assorbimento di olio. Essa richiede solo da 8 a 15 grammi di olio (a
seconda della qualità del pigmento di base e del tipo di olio) per fare una pasta lavorabile con 100 grammi di pigmento.
La reologia tipica della biacca, legata in solo olio essiccativo, ne impedisce la macinazione in assenza di cariche inerti, perché
incapace - da sola - di produrre una pasta densa e lavorabile. Le cariche inerti più utilizzate per la sua produzione sottoforma di
colore ad olio sono il bianco di bario e la calcite.
Fabbricazione casalinga del pigmento ed altre notizie utili
Considerata l'alta tossicità della sostanza, la fabbricazione casalinga del pigmento è fortemente sconsigliata; ciò in linea generale, ma
specialmente in assenza di un sito adatto, di conoscenze e manualità specifiche e di adeguata attrezzatura di protezione (tuta usa e
getta, guanti monouso, mascherina, etc.).
In considerazione di quanto sopra esposto, non fornirò - in questa sede - notizie utili per la fabbricazione casalinga. Coloro che
vorranno cimentarsi potranno farlo procurandosi i testi necessari in libreria e le indicazioni sparse per il web.
E' pratica comune (ed accettata) della quasi totalità dei fabbricanti “tagliare” la biacca con solfato di bario (bianco di barite), allo
scopo di facilitarne la macinazione ad olio. Tuttavia, nell'acquistare il colore in polvere, è più conveniente avere un pigmento puro,
che potrà essere tagliato successivamente secondo le proprie esigenze e gusti. Un controllo empirico del pigmento acquistato può
essere effettuato mettendone un po’ di esso in acido nitrico, sostanza nella quale la biacca è totalmente solubile: un residuo bianco
confermerà la presenza di solfato di bario, e porterà a valutare un'aggiunta minore - o addirittura nulla - di ulteriori cariche inerti.
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SICUREZZA - LEGGERE ATTENTAMENTE QUESTA SEZIONE
Non tutti i pigmenti sono nocivi, ne esistono parecchi del tutto innocui, ed in alcuni casi commestibili. Ad ogni modo, è buona norma
ed abitudine, e per inciso anche professionalmente corretto, manipolare qualsiasi pigmento in polvere come se fosse pericoloso.
Tenere presente che:
- un qualsiasi colore è sempre più pericoloso se sottoforma di pigmento, rispetto allo stesso colore in pasta;
- alcuni colori, generalmente innocui se in pasta, sono dannosi se sottoforma di pigmento;
- quando si maneggiano pigmenti, usare sempre le minime precauzioni di prevenzione (guanti e mascherina);
- in caso di pigmenti particolarmente pericolosi (a base di metalli pesanti o sostanze palesemente nocive) usare, oltre ai guanti ed alla
mascherina, una cuffia di sicurezza, occhiali e tuta usa e getta. Nel dubbio, adottare le massime misure di sicurezza, oppure
EVITARE DI MANEGGIARE LA SOSTANZA;
- laddove possibile, usare sempre un adeguato sistema di estrazione/ventilazione in ambiente chiuso;
- non mangiare, bere, fumare durante la manipolazione dei pigmenti. A fine manipolazione lavarsi bene le mani, anche se si sono
usati guanti protettivi.
Notizie specifiche sulla sicurezza e precauzioni d'utilizzo dei pigmenti e sostanze chimiche in genere, possono essere reperite al
seguente indirizzo:
http://www.cdc.gov/
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