Page 40 - Manuale del gatto domestico
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Il gatto, nel corso della storia, ha avuto particolare importanza
soprattutto durante il periodo egizio.
Gli egizi lo adoravano, tanto da divinizzarne i tratti nella dea
Bastet, per loro simbolo di fecondità e amore materno.
Il suo culto si situava principalemnte nella città di Bubasti.
Inoltre, gli archeologi hanno scoperto numerose mummie di
gatto che mostrano la venerazione degli egizi per questo
felino. Anche la sorella di Bastet, Sekhmet, era un felino ( una
leonessa ) e aveva come animale sacro il gatto.
La Grecia antica per molto tempo conobbe solo i mustelidi
( furetti e donnole ) come cacciatori di roditori.
Poi, grazie ai Fenici che portarono i gatti selvatici dall' Egitto, i
Greci cominciarono a comprarne e ad utilizzarli per la caccia ai
topi.
Aristofane cita addirittura la presenza di un mercato dei gatti
ad Atene.
I romani avevano una passione per i gatti: in un primo
momento furono riservati alle classi agiate, poi l' uso di
possedere un gatto si propagò in tutto l'impero ed in tutti gli
strati della popolazione, assicurando così la propagazione del
felino in tutta l' Europa.
Durante il periodo islamico l'immagine del gatto era molto
positiva, grazie all' affetto che Maometto nutriva per la propria
gatta, Muezza, una soriana che lo aveva salvato dal morso di
un serpente.
Tutt' oggi, nei paesi arabi, il gatto è l' unico animale a cui è
permesso di passeggiare liberamente nelle moschee.
Durante l' Europa cristiana, invece, il gatto fu demonizzato per
la maggior parte del Medioevo, a causa dell' adorazione di cui
era stato oggetto in passato da parte dei pagani.
Nella simbologia medievale, il gatto era associato alla sfortuna
e al male ( soprattutto quello nero ), e anche all' essere
sornioni e alla femminilità. Era considerato un animale del
diavolo e delle streghe.