Page 129 - Dizionario italiano-cane e cane-italiano
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UBBIDIENZA. Tendenza del cane a fare quello che gli chiediamo.
LA SITUAZIONE TIPO: la persona chiede al cane di rimanere fermo davanti alla
porta del negozio nella posizione del «resta» allorché gli ha dato il segnale.
A COSA PENSA IL CANE: «Ok, sto qui ma tu fai in fretta!».
Il consiglio dell’etologo
Siamo abituati a pensare che il cane debba ubbidire, esattamente come un soldati-
no, ai nostri segnali che consideriamo comandi o segnali di controllo. I più conosciuti
sono il «seduto», il «terra», «in piedi», il «resta» e sono molto utili per favorire l'inte-
grazione del cane nella società. Un cane capace di sedersi su nostra richiesta, di met-
tersi a terra, di attendere sulla soglia è in grado di partecipare maggiormente alla vita
pubblica e di stare col suo partner umano in più situazioni, perciò meno a disagio in
quelle sociali.
Queste espressioni vanno suscitate e non imposte: per esempio il «seduto» s'induce
passando la mano con il bocconcino sopra la testa, con un gesto curvo che va dal bas-
so (bocca-naso) verso l'alto (fronte-nuca) e dall'anteriore al posteriore, portando il
cane a indietreggiare e a sedersi, premiandolo poi col bocconcino una volta seduto.
Quindi il gesto diviene un segnale a cui associare la parola «seduto».
Insegnare questi comportamenti è perciò utile, tuttavia è il modo di considerarli ad
essere sbagliato perché noi li chiamiamo comandi e invece sono frutto di una collabo-
razione. Il cane per sua natura è collaborativo, non ubbiditivo e il nostro desiderio di
trasformarlo in una macchina sotto il nostro controllo non solo è sbagliato sotto il
profilo etico, ma toglie le qualità più preziose dell'alleanza con lui: la capacità di do-
narci quello che noi non siamo in grado nemmeno di immaginare, la sua prospettiva
sul mondo.
VEDI > ALTERITÀ; COLLABORAZIONE; CENTRIPETAZIONE.