Page 6 - Giorgio Vasari
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Cap. XIIII. Come si conducono le figure di legno, e che legno sia buono a farle.

                  DELLA PITTURA
                    Cap. XV. Che cosa sia disegno, e come si fanno e si conoscono le buone pitture, et a che;
                    e dell'invenzione delle storie.
                    Cap. XVI. Degli schizzi, disegni, cartoni et ordine di prospettive: e per quel che si fanno, et
                    a quello che i pittori se ne servono.
                    Cap. XVII. De li scorti delle figure al di sotto in su, e di quelli in piano.
                    Cap. XVIII. Come si debbino unire i colori a olio, a fresco o a tempera, e come le carni, i
                    panni e tutto quello che si dipigne venga nell'opera a unire in modo, che le figure non
                    venghino divise, et abbino rilievo e forza, e mostrino l'opera chiara et ape
                    Cap. XIX. Del dipingere in muro: come si fa e perché si chiama lavorare in fresco.
                    Cap. XX. Del dipignere a tempera o vero a uovo su le tavole o tele; e come si può usare
                    sul muro che sia secco.
                    Cap. XXI. Del dipingere a olio in tavola e su tele.

                    Cap. XXII. Del pingere a olio nel muro che sia secco.
                    Cap. XXIII. Del dipignere a olio su le tele.
                    Cap. XXIV. Del dipingere in pietra a olio, e che pietre siano buone.

                    Cap. XXV. Del dipignere nelle mura di chiaro e scuro di varie terrette; e come si
                    contrafanno le cose di bronzo; e delle storie di terretta per archi o per feste, a colla, che è
                    chiamato a guazzo et a tempera.
                    Cap. XXVI. Degli sgraffiti delle case che reggono a l'acqua, quello che si adoperi a fargli, e
                    come si lavorino le grottesche nelle mura.
                    Cap. XXVII. Come si lavorino le grottesche su lo stucco.

                    Cap. XXVIII. Del modo del mettere d'oro a bolo et a mordente, et altri modi.
                    Cap. XXIX. Del musaico de' vetri, et a quello che si conosce il buono e lodato.
                    Cap. XXX. Dell'istorie e delle figure che si fanno di commesso ne' pavimenti, ad imitazione
                    delle cose di chiaro e scuro.
                    Cap. XXXI. Del musaico di legname, cioè delle tarsie; e dell'istorie che si fanno di legni tinti
                    e commessi a guisa di pitture.
                    Cap. XXXII. Del dipignere le finestre di vetro, e come elle si conduchino co' piombi e co'
                    ferri da sostenerle senza impedimento delle figure.
                    Cap. XXXIII. Del niello e come per quello abbiamo le stampe di rame; e come s'intaglino
                    gl'argenti, per fare gli smalti di basso rilievo, e similmente si ceselino le grosserie.
                    Cap. XXXIIII. Della tausìa, cioè lavoro alla damaschina.
                    Cap. XXXV. De le stampe di legno e del modo di farle e del primo inventor loro, e come
                    con tre stampe si fanno le carte che paiono disegnate, e mostrano il lume, il mezzo e
                    l'ombre.
               PROEMIO DELLE VITE
               DELLE VITE DE' PITTORI, SCULTORI E ARCHITETTORI CHE SONO STATI DA CIMABUE IN
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