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Infine, spiega la prima testimonianza da lui resa alla CNN, nella quale
dichiarava: "era come un missile con le ali". In realtà, aveva usato una
metafora perché, ai suoi occhi, quel giorno, quell'aereo civile "era come
un missile o una bomba, visto che era utilizzato per ammazzare delle
persone". Mike Walter si arrabbia un po' quando si cerca di verificare
quello che ha visto. È categorico: "Non era un missile, non era una
bomba, era un aereo dell'American Airlines e l'ho visto lanciarsi sul
Pentagono".
Mike Walter è convinto e convincente. Si è dato la pena di tornare con
noi sul posto e di mostrarci più volte la traiettoria dell'aereo. Ci ha anche
disegnato la collina dove, dopo il dramma, si trovavano i reporter che
assistevano ai soccorsi. E ci ha indicato su quale prato i feriti sono stati
evacuati, ha mimato l'impatto con le mani... Una sola ombra in questo
quadro: Mike Walter è l'unico testimone della nostra inchiesta che dice di
aver visto dei frammenti. Grazie, forse, alla posizione in cui si trovava al
momento dell'impatto, più a sud-ovest del punto in cui c'è stato lo schianto
sul Pentagono?
Patriottismo contro la libertà di stampa
Al di là delle polemiche sollevate dalla tesi di Thierry Meyssan,
abbiamo approfittato del fatto che Mike Walter è un giornalista per
interrogarlo sulle conseguenze del Patriot Act sulla libertà di stampa
americana. Le restrizioni imposte da questa legge sono state applicate fin
dall'11 settembre e sono oggetto di un rapporto pubblicato dal RCFP
(Reporter Committee for Freedom of the Press) intitolato Come la guerra
contro il terrorismo impedisce l'accesso all'informazione e il diritto del
pubblico all'informazione. Il documento fa riferimento, in particolare, alle
difficoltà incontrate dai reporter in Afghanistan, ai quali i militari hanno
interdetto le zone strategiche. Mike Walter non nega l'esistenza di questi
ostacoli, ma, secondo lui, non è una novità, non essendo la trasparenza -
per definizione - il punto forte dei militari. Tuttavia non riesce a
immaginare l'eventualità di un complotto o di una qualunque
responsabilità dello Stato Maggiore o del governo americani negli attentati
dell'11 settembre. Se invece così fosse stato, lo scandalo sarebbe già
esploso, perché, dice, "nessuno può mantenere un segreto in questo paese,
soprattutto non il governo e i militari".
Thierry Meyssan 84 2002 - Il Pentagate