Page 169 - Nomi & Nomi
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Onoria Onorio
SIGNIFICATO: alta dignità morale
ORIGINE: latina
ONOMASTICO: 21 novembre
Il nome è distribuito in tutta Italia, e, più che nella forma fondamentale, è presente nella variante
Onorina, in uso anche al maschile, e nelle forme abbreviate Rina e Rino. Il nome continua il
soprannome imperiale latino derivato da honor, ‘ufficio, carica importante’. Si è diffuso per il
prestigio dell’imperatore d’Occidente O. Flavio (384-423), figlio di Teodosio il Grande, e di
quattro papi del Medioevo. Equilibrata e capace di addattarsi a qualsiasi situazione, O. mostra
un pragmatismo e una lucidità davvero unici. Ambiziosa, ama il denaro e gli agi. Ha pochi amici
ben selezionati e pochi amori, ai quali non perdona le infedeltà.
Corrispondenze: segno del Leone. Numero portafortuna: 6. Colore: violetto. Pietra: lapislazzuli.
Metallo: rame.
Orietta Orio
Ornella Ornello
SIGNIFICATO: piccolo frassino
ORIGINE: latina
ONOMASTICO: 13 giugno
Ampiamente diffuso nel Nord e nel Centro, anche nella variante Ornelia, è un nome personale di
moda letteraria e teatrale ripreso nel primo Novecento dal personaggio della tragedia del
D’Annunzio La figlia di Iorio. Il poeta coniò probabilmente questo nome dal termine dialettale
‘orniello’, il nome toscano del Fraxinos ornus, un albero coltivato per i bei fiori a pannocchia.
Istintiva, vittima delle proprie simpatie o antipatie, O. vive di intuito e di sensi. Dedita ai
piaceri erotici più sfrenati, sa essere una madre premurosa e tenerissima, oltre che un’amante
incomparabile.
Corrispondenze: segno del Cancro. Numero portafortuna: 10. Colore: verde. Pietra: diamante.
Metallo: rame.
Orsola Orso
SIGNIFICATO: femmina dell’orso
ORIGINE: latina
ONOMASTICO: 21 ottobre
Variamente distribuito in tutta la Penisola, il nome si presenta anche nelle varianti Ursula, tipica
di Roma e del Lazio, Orsina, Orsetta e Orsolina, tutte in uso anche al maschile. Fu un
soprannome e nome personale molto diffuso in età imperiale, in uso anche in ambienti cristiani
per il culto di s. O. figlia di un re di Bretagna, martire a Colonia nel IV secolo, uccisa dagli
Unni, secondo la tradizione, assieme a undicimila compagne durante il ritorno da un
pellegrinaggio a Roma; s. O. è la patrona delle Orsoline, l’ordine monastico femminile fondato
nel 1535 da s. Angela Merici. È anche un nome ideologico, affermatosi in ambienti anarchici e
libertari, dal cognome del rivoluzionario Felice Orsini, ghigliottinato a Parigi nel 1858 per un
attentato contro Napoleone III. In Toscana è attestata anche la variante Ursus, ripresa nella
seconda metà dell’Ottocento dal romanzo di V. Hugo L’uomo che ride e soprattutto da Quo
vadis? di Sienkiewicz, dove U. è il buon gigante che salva la cristiana Licia condannata a morte
nel Circo. Per la sua giovinezza, la sua grazia, la sua fantasia, si perdonano a O. quel tanto di