La religione è un insieme di culti e credenze che esprime il rapporto tra l’uomo, il sacro e la divinità. L’uomo ha da sempre cercato questo rapporto e già le pitture rupestri rappresentano rituali magico-propiziatori. Inizialmente queste religioni furono diffuse da apostoli e seguaci, poi divennero frutto di conquiste e quindi dell’imposizione della religione del popolo vincitore su quello vinto.
L’animismo è la prima forma di religione da cui s’ispirano tutte le altre dottrine. Il termine animismo indica i culti d’origine tribale, ancora oggi diffusi nel mondo. Questa primitiva religione venera tutti gli esseri e tutti gli elementi della natura, ai quali si attribuisce un’anima. La natura è sacra perché è animata da uno spirito vitale, una specie di respiro cosmico che avvolge l’universo: un principio soprannaturale. L’uomo è l’essere più importante in quanto è il mediatore tra il mondo naturale e le forze soprannaturali, queste ultime (sole e luna) restano sempre invisibili e lontane dagli uomini. Ad esempio per i bantu dell’Africa orientale il signore del creato è Mulunga (colui che sta in cielo), la cui voce è il tuono e la sfera del lampo, invece per gli ewe del golfo di Guinea è Mawu (colui che è sopra ogni cosa). La divinità, pur essendo irraggiungibile, è presente e condiziona l’intera vita degli uomini. Nel mondo, gli animisti sono circa 90 milioni, sparsi nell’America latina e nell’estremo nord del continente americano, in Africa centrale e meridionale, in Siberia, in Asia centrale e orientale, in Indonesia, Australia e Nuova Zelanda. Questi culti vengono praticati maggiormente dalle popolazioni più lontane alle forme moderne di civiltà. I culti animisti hanno in comune due elementi fondamentali: il rispetto sacrale per la natura e la venerazione degli antenati. Infatti per loro i legami di parentela rappresentano un’unica catena in quanto i discendenti partecipano come esseri invisibili.
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