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Vedute di Catania
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riprese dall’amico e artista Carmelo Amadio
Piazza Stesicoro - Teatro greco
Piazza Principessa Jolanda - Fontana
Via dei Crociferi - Arco di San Benedetto
Giardino Bellini - Ingresso da piazza Roma
Giardino Pacini - Fontana
Via Angelo Litrico (già Via della Posta)
Piazza Principessa Jolanda
Piazza Giovanni XXIII° - Fontana di Proserpina
Piazza Dante - Chiesa di San Nicolò l'Arena
La chiesa di San Nicolò l'Arena è uno dei più grandi edifici di culto cattolico della Sicilia, misurando 105 metri di lunghezza e 48 di larghezza.
La sua costruzione è posteriore all'eruzione dell'Etna del 1669 e sostituisce un tempio più antico rinascimentale.
Fontana di Cerere in Piazza Cavour
La fontana di Cerere a piazza Cavour, nota anche come "Fontana del Borgo" o nel dialetto catanese Matapallara d’o Buŗgu o Ma'pallara
d’o Buŗgu (Madre Pallade del Borgo) ovvero Tapallara d’o Buŗgu (Dea Pallade del Borgo), è un'opera idraulica e scultorea in marmo di Carrara
di Giuseppe Orlando, che la scolpì nel 1757. È ubicata al centro di Piazza Cavour, popolarmente detta " ‘U Buŗgu ".
Piazza Teatro Massimo “V. Bellini”
Teatro Massimo “V. Bellini”
Visuale prospettica del Teatro Massimo “V. Bellini”
Palazzo dei Nobili (Convitto Cutelli) in via V. Emanuele
Sede dell’istituzione scolastica superiore più antica di Catania, rarissimo esemplare di edilizia scolastica del Settecento, il Convitto Cutelli deve la
sua fondazione al conte Mario Cutelli (Catania 1589-Palermo 1654), latinista e giureconsulto, che, nel suo testamento, datato 25 Aprile 1653,
aveva manifestato la volontà di destinare una parte del suo patrimonio alla fondazione di un “collegio d’huomini nobili”. Il progetto iniziale del
Conte, cui fu data esecuzione materiale solo a partire dal 1760 (l’edificio fu completato nel 1779) prevedeva la costruzione di una residenza
scolastica per figli di soli nobili. Il fine del testamento consisteva nell’assicurare la formazione di un vivaio di giovani patrizi (al collegio si accedeva
soltanto se si possedevano i “quattro quarti” di nobiltà) in grado di poter occupare i ruoli chiave del governo della città di Catania.
Più tardi, furono le eco della Rivoluzione Francese e la riforma del 1839 ad aprire le porte del convitto anche a giovani privi di origine e titoli
nobiliari, anche se l’istituzione continuò a mantenere standard elitari fino ai primi anni del Novecento.
L’edificio, che oggi ospita tutti gli ordini di scuola, si presenta ancora nel suo impianto architettonico originario, così come venne concepito dagli
architetti costruttori Giovan Battista Vaccarini e Francesco Battaglia.
Palazzo Biscari (lato di via Dusmet)
Palazzo Biscari è il più importante palazzo privato di Catania.
Venne realizzato per volere della famiglia Paternò Castello Principi di Biscari a partire dalla fine del Seicento e per gran parte del secolo
successivo, in seguito al catastrofico terremoto dell'11 gennaio 1693. Il nuovo palazzo venne edificato sulle mura di Catania, costruite per volere
dell'imperatore Carlo V nel Cinquecento e che avevano in parte resistito alla furia del terremoto: i Biscari furono una delle poche famiglie
aristocratiche della città che ottenne il permesso regio di costruire su di esse. La parte più antica del palazzo fu costruita per volere di Ignazio,
terzo principe di Biscari, che affidò il progetto all'architetto Alonzo Di Benedetto, ma fu il figlio di Ignazio, Vincenzo, succeduto al padre nel 1699, a
commissionare la decorazione dei sette splendidi finestroni affacciati sulla marina, opera dello scultore messinese Antonino Amato.
Successivamente il palazzo fu modificato per volere di Ignazio Paternò Castello, quinto principe di Biscari, il quale lo fece ampliare verso est su
progetto di Giuseppe Palazzotto e, successivamente, di Francesco Battaglia. L'edificio venne infine ultimato nel 1763 ed inaugurato con grandiosi
festeggiamenti.
Al palazzo si accede attraverso un grande portale su via Museo Biscari, che immette nel cortile centrale, adorno di una grande scala a tenaglia.
All'interno, si trova il "salone delle feste", di stile rococò dalla complessa decorazione fatta di specchi stucchi e affreschi dipinti da Matteo
Desiderato e Sebastiano Lo Monaco.
Tra i celebri visitatori del palazzo si ricorda soprattutto lo scrittore Johann Wolfgang Goethe che, nel corso del suo viaggio in Italia, venne ricevuto
dal principe di Biscari il 3 maggio 1787, poco dopo la morte del padre Ignazio.
La Cattedrale di S. Agata o Duomo di Catania (interno)
La Cattedrale di S. Agata o Duomo di Catania
Il colonnato all'ingresso della Cattedrale con il grande organo che è del 1877, ma la sua parte lignea fu rifatta nel 1926 da Giambattista Sangiorgio
e trasferito sulla parete interna della facciata a spese del cardinale Francica Nava. Sulla stessa parete vi è la cantoria.
La Cattedrale di S. Agata o Duomo di Catania (interno)
La Cattedrale di S. Agata o Duomo di Catania in piazza Duomo
La tomba del musicista catanese Vincenzo Bellini. Il monumento funebre è in marmo bianco e bronzo e porta inciso l'incipit dell'aria de La
Sonnambula: « Ah! Non credea mirarti si presto estinto fiore... »
La Cattedrale di S. Agata o Duomo di Catania (interno)
La Cattedrale di S. Agata o Duomo di Catania
Il grande organo del 1877, la cui parte lignea fu rifatta nel 1926 da Giambattista Sangiorgio e trasferito sulla parete interna della facciata a spese
del cardinale Francica Nava.
La Badia di Sant’Agata (in via Vittorio Emanuele)
La chiesa Badia di S. Agata è uno dei principali monumenti barocchi della città, opera di Giovanni Battista Vaccarini e si trova di
fronte al prospetto nord della cattedrale, affacciata sulla via Vittorio Emanuele, occupando, insieme all’annesso ex monastero
(oggi di proprietà comunale), un intero isolato. La morbida tela del prospetto, mossa dal ritmo di onde leggere, cattura su di sé
l’attenzione altrimenti distratta dalle altre macchine barocche del Duomo, della fontana dell’Elefante e del palazzo municipale.
L’edificio che oggi vediamo poggia sulle rovine dell’antica chiesa e convento dedicati a Sant'Agata, nel 1620, da Erasmo Cicala e
crollati a causa del terremoto del 1693.