Le candelore
   Si tratta di grosse costruzioni in legno riccamente scolpite e dorate in superficie, costruite, generalmente,  nello stile del barocco siciliano, e contenenti al centro un grosso cereo. Queste sculture dal peso che oscilla  fra 400 e 900 chili, vengono portate a spalla, a seconda del peso, da un gruppo costituito da 4 a 12 uomini,  che le fa avanzare con una andatura molto caratteristica detta in siciliano "annacata". UNA FESTA DEL BAROCCO     Quasi tutte le feste siciliane sono barocche. A proposito delle undici candelore si parla specificamente di "barocco in  movimento", anche per la famosa "annacata". Un barocco che si muove in una città barocca, come ridisegnata dal Vaccarini  per la sua ricostruzione dopo il terremoto del 1693. In Spagna ben 120 "pasos" fercoli) narrano per le strade la passione di  Cristo e i dolori di Maria; in Perù il santissimo sacramento viene preceduto nella sua sontuosa processione dai "tronos"  (fercoli) che narrano plasticamente con capolavori lignei la vita dei santi testimoni di Cristo e alcuni titoli della Madonna. Sul  solco spagnolo anche le undici candelore catanesi. Un tempo superavano il numero di trenta: la guerra, lo sconquasso e la  scomparsa di alcuni mestieri comportarono dolorosi tagli. Dieci cerei grandi e uno più piccolo, candelabri che illuminavano il  percorso della processione. Camminano in ordine di anzianità, anche se tra i "Rinoti" e gli Ortofloricultori ci fu lotta aspra per  il primo posto. Una mancata intesa e una diatriba fra le due categorie portarono le candelore a procedere in coppia per  molto tempo, con la piccolina a fare da apripista. Anche oggi apre il cero voluto da mons. Ventimiglia, segue quello dei  "Rinoti" dono degli abitanti di San Giuseppe La Rena, con i bellissimi quattro grifoni alla base. Segue il cereo degli  Ortofloricultori (giardinieri e fiorai) in stile gotico, con le statue dei martiri e vescovi catanesi. In cima c'è ora la boccia, ma  per molto tempo campeggiò un mazzo di fiori. Un grande e totale restauro nel 1970-71 ad opera dell'allora tesoriere cav.  Salvatore Urzì. E di seguito la candelora dei Pescivendoli, in stile rococò, ricca di stendardi ed ex voto e con la statua di S.  Francesco di Paola, protettore della gente di mare; quella dei Fruttivendoli pregiata e scintillante con al centro un bel busto  di Sant'Agata; dei Macellai che fa mostra del tradizionale mazzetto di fiori freschi; dei Pastai che è un puro candeliere  settecentesco con il cerone in vera cera; dei Pizzicagnoli (alimentaristi) in stile liberty con le caratteristiche cariatidi alla  base; dei Panettieri, la più pesante (la portano in dodici anziché in otto, in dieci però quella dei Vinaioli) con gli angeli ad  altezza naturale; dei Vinaioli (bettolieri), appunto, il secondo cereo per pesantezza, ha alla base quattro artistici leoni e  grifoni che sostengono tutto l'impianto.     Chiude la candelora voluta dal beato Dusmet per il Circolo cittadino Sant'Agata: nel restauro del 1988 è stata arricchita da  un artistico mazzo di fiori.     La festa più attesa per le candelore, dopo che per giorni hanno girato la città in lungo e in largo, è quella del giorno 3 alla  Pescheria e in piazza Duomo, quando fanno l'omaggio al sindaco.    1) Candelora di Monsignor Ventimiglia Apre la sfilata, ed è sempre la prima ad uscire. Si tratta della più piccola e dal popolo viene meglio conosciuta come "a cannalora di S. Aita". Fu donata da Mons.Ventimiglia nel 1766. È  tutta indorata e consta di tre ordini: una base, una parte intermedia e una parte superiore.  Distrutta quasi totalmente dai bombardamenti del 1943 venne ricostruita nel 1952 su progetto del geometra Giacomo Tropea del Comune di Catania e rifinita nel 1984 dal maestro restauratore Ignazio Lo Faro. 2) Candelora dei Rinoti Si fregia del titolo di "primo cereo", di fatti apre la processione dei grandi cerei. Con quattro ordini fregiati in stile barocco e quattro  caratteristiche aquile alla base, è da considerare un omaggio dei giardinieri e ortolani di S. Giuseppa la Rena. Secondo gli storici, questa candelora venne ricostruita tra il 1820 e il 1852. Nel secondo dopo guerra venne restaurata dal maestro  indoratore Arancio e nel 1984 Ignazio Lo Faro.   3) Candelora dei Giardinieri Si riconosce per il suo inequivocabile stile gotico veneziano. Consta di tre ordini, compresa la base, che accolgono i simulacri di alcuni  Santi, tra i quali spicca S. Euplio.  Si erge, sugli stendardi e sulla boccia del cerone,  una sobria corona che gli conferisce un aspetto regale.  Per tale motivo viene comunemente denominata "La regina".  Negli anni '50, a seguito della controversia legale per motivi di precedenza che la categoria ebbe col comitato dei rinoti, non usci in  processione fino al 1960.  D'allora, sottoposta ad alcuni restauri, partecipa alle processioni con regolarità. 4) Candelora dei Pescivendoli Di fattura ottocentesca, per il suo portamento è meglio conosciuta con soprannome di "Bersagliera". In stile rococò, in essa si ammirano i  palcoscenici inneggianti al Martirio della "Diva Catanese". Gli altarini sono cinti, mo' di serto, da una ghirlanda che dondola al procedere,  rendendola così inconfondibile rispetto alle altre. La parte apicale, con corona a cimosa floreale (un tempo fiori freschi, oggi artificiali), è  cinta da tripudio di bandiere e gagliardetti ex-voto. 5) Candelora dei Fruttivendoli (o ortofrutticoli) Per la sua cadenza leggiadra ed aggraziata è denominata "la signorina". Durante i lavori di restauro eseguiti 1959, è stata rinvenuta la data del 1888 forse di un precedente restauro avvenuto in quell'anno. Alla  base di questa candelora sfolgorante di luci, figurano quattro artistici cigni.  Il fusto mostra scene del martirio, un trionfo di statue. Sotto la  corona spicca la statua di S.Agata. Nel 1988 ebbe un nuovo restauro.   6) Candelora dei Macellai Detta comunemente dei "chiancheri". Questa candelora si distingue per la sua forma simile ad una "prismatica torre". Nella parte sommitale  spicca un mazzetto di fiori freschi trapunto da artistici ex-voto. Alla base quattro artistici leoni, nel terzo ordine, dentro nicchie ornate da  colonne corinzie, spicca al centro la statua di S.Sebastiano, protettore della categoria. Danneggiata dal bombardamento del 1943, venne restaurata nel 1947. Un nuovo restauro si ebbe nel 1972.   7) Candelora dei Pastai Si tratta della sola sopravvissuta dei ceri settecenteschi.  All'interno si troverebbe addirittura anche il cerone originale. Costruita in stile barocco, è priva di scenografie. Nella parte sommitale,  sostenuta da espressivi putti, vi è una corona ben visibile sormontata da un nugolo di gagliardetti. Nel corso del tempo non sarebbe stata  sottoposta che a pochi restauri. 8) Candelora dei Pizzicagnoli (o alimentaristi) Questa candelora è riconoscibile per il suo stile liberty.  Alla sua ristrutturazione nel 1914 collaborò lo scultore Vincenzo Cuscunà con i figli  Rosario e Sebastiano. Nel 1946 venne restaurata ad opera del maestro Andrea Lombardo.  Nuovi restauri sono avvenuti nel 1980 e 1996 ad opera, rispettivamente di Ignazio Lo Faro e Sabina Fisichella. La base della candelora è costituita da quattro bellissime cariatidi; all'estremità, invece, sono allogati gli antichi gagliardetti dei quattro gruppi di cantanti che un tempo, in occasione dei festeggiamenti patronali, eseguivano nelle strade inni in onore della Santa.   9) Candelora dei Bettolieri E' la più alta di tutte.  In stile impero, agli angoli della base troneggiano quattro leoni che sono raffigurati in atteggiamento mansueto.  All'interno di piccoli palcoscenici sono rappresentati quattro dei più significativi momenti del Martirio. Nell'arco del tempo questa candelora  ha subito profonde trasformazioni. Nel 1913 venne ristrutturata da Vincenzo Cuscunà e figli, poi nel 1935 e nel 1982 altri interventi di profondo restauro furono effettuati.   10) Candelora dei Panettieri (o fornai) È la più pesante di tutte altre. Per la sua caratteristica andatura, è meglio conosciuta come "la mamma". La base presenta quattro caratteristici telamoni e altri elementi  ornamentali.La parte successiva custodisce la raffigurazione "Vicende agatine" suggestive nei loro ampi incavi.  Il Cero venne costruito prima la prima volta nel  1731 dall'intagliatore Santo Guarnaccia.  Fu quello più gravemente danneggiato tra le "cannalore" che durante il bombardamento dell'aprile del 1943 si trovavano in deposito nella  "casa della Vara".  È stato ripristinato nel 1972 dall'indoratore Alfio Grasso. 11) Candelora del Circolo di S. Agata Voluta nel 1876 dal Cardinale G.Benedetto Dusmet, risulta essere la più recente. È stata costruita in stile neoclassico. Si compone di tre ordini, nel secondo dei quali sono raffigurate le statue rappresentanti le anime del  purgatorio: S. Agata, S. Euplio e l'Immacolata Concezione, compatrona di Catania. Al termine, sulla corona, domina una cimosa di fiori che  ha sostituito l'originaria boccia di vetro. Nel 1988 è stata restaurata. 12) Candelora del Villagio Sant'Agata La candelora del Villaggio Sant’Agata ammesso dal 2012 alla processione di Sant’Agata: sarà la dodicesima candelora. Il Cereo è stato progettato nel 2007; è stato scolpito dalla ditta Scirè di Emanuele Branchitta ed assemblata dal fratello Eliseo. È alto, con il  mazzo di fiori che la sovrasta, quasi 4,90 metri, pesa circa 600 kg ed è portato da 8 persone. Alla base vi sono quattro basamenti con teste  di leone, mentre le statue dei santi e le scene del martirio di Agata sono state realizzate dalla illustre ditta Ferdinand Stuflesse di Ortisei.
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